Abbiamo atteso qualche settimana per
capire se ci sarebbero state reazioni, e quali fossero, al comunicato della
lista che appoggia Zini. Abbiamo fatto questo per due motivi:
- primo, perché da tempo sotto le
elezioni si assiste purtroppo ad una fiumana di uscite di ogni genere contro i migranti
(e non solo dalla lista di Zini), per cui rispondere ad ogni comunicato sarebbe
inutile e produrrebbe solo pubblicità gratuita a chi stravolge la realtà;
- in secondo luogo, volevamo vedere se si
sarebbero alzate voci da quanti si dichiarano “di sinistra” e impegnati nel
sociale, assessore uscente per prima. Questo ha permesso di vedere una totale
indifferenza verso l’emergenza razzista da parte di chi rappresenta le
istituzioni e di chi si propone di rappresentarle domani.
Rimanere indifferenti anche alle peggiori
accuse (una fra tutte quella, nemmeno troppo velata, di portare malattie ormai
scomparse in Italia) significa essere complici di un vergognoso sciacallaggio.
Assistiamo di continuo ad analisi di
questo tipo, se analisi si possono dire: semplicistiche o meglio semplicione,
populistiche.
Analizzando singolarmente le
problematiche a cui ci troviamo di fronte nella cronaca giornaliera, ci sembra
chiaro che abbiamo di fronte tutta una serie di conseguenze dell’aumento della
povertà, dovuto all’aumento dei prezzi e alla disoccupazione. Inoltre, tutte le
offese e accuse contro i migranti si rivelano offese contro chi vive in
condizioni disagiate. Offese che vengono rivolte spesso da chi è appena uscito
da questa condizione; è un comportamento comprensibile e noto nella piccola
borghesia, ma molto negativo e che, soprattutto, si ritorce contro la stessa
classe sociale da cui vengono le accuse. Si tratta di classismo, più che di
razzismo.
Pensiamo infatti che l’aumento della
disoccupazione, della povertà, del disagio sociale siano figli diretti
dell’aumento delle disparità sociali, da imputarsi al sistema economico globale
e dunque alle classi e alle persone che dirigono l’economia, la finanza, e
dunque a cascata anche le amministrazioni pubbliche, dai governi ai piccoli
Comuni.
Ovviamente un’Amministrazione Comunale
non può, da sola, invertire processi più grandi, proprio per questo le
politiche “di sicurezza” sono semplici paravento per repressioni e azioni
inutili. Castello a Sinistra non propone scorciatoie ma una politica sociale
seria, con una prospettiva più lunga, che vada ad allargare l’azione sulle
fasce più deboli e favorisca la sicurezza sociale che conta: sicurezza di avere
una casa, un lavoro, un futuro dignitoso per i propri figli.
A chi ci domanda se per noi i migranti
sono una risorsa, rispondiamo chiaramente di non dire sciocchezze: per chi si
ritiene di sinistra come noi, i migranti sono persone con i nostri stessi diritti
e doveri. Sono stati una risorsa per chi li ha sfruttati fino quando ha potuto,
attraverso il lavoro nero oppure l’abbassamento dei salari e il peggioramento delle condizioni di lavoro.
Il Comune di Castelfiorentino ha la colpa
di aver lasciato che si creasse un ghetto dove le famiglie più in difficoltà si
sono ammassate in maggior numero: il centro storico. E diciamo GHETTO
perché è un po’ la realtà che respira la popolazione che qui ci vive.
Concentrare persone e famiglie disagiate in un unico quartiere,
senza una seria politica sociale e di integrazione, ha prodotto diffidenze e malumori
verso queste persone, che sono considerate, in maniera semplicistica da molti
castellani, come la causa dei nostri mali.
Il Comune inoltre continua a sbagliare,
perché non ha saputo cogliere quali fossero gli investimenti più adatti per
questa zona (mentre continua ad investire nelle piazze in travertino) e non ha
saputo portare avanti una seria politica sociale di inclusione.
Per quanto riguarda poi l’accusa mossa ai
migranti di portare malattie da noi scomparse, diciamo di informarsi meglio
perché, anche dai dati raccolti presso alcune strutture universitarie, emerge
che gli immigrati giungono per la maggior parte sani nel nostro paese, si ammalano
qui in Italia per la pesantezza dei lavori a cui si sottopongono, per la
precarietà delle loro condizioni di vita e non siano affatto tutti quanti
portatori né diffusori di malattie rare, esotiche o sconosciute.
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