martedì 21 febbraio 2017

Il nostro appoggio per diritti uguali per tutti, il nostro sdegno per razzisti e ipocriti

Il nostro appoggio per diritti uguali per tutti,
il nostro sdegno per razzisti e ipocriti
Ieri, lunedì 20 Febbraio, durante la seduta del Consiglio Comunale di Castelfiorentino, il gruppo consiliare del PD ha presentato un Ordine del Giorno il cui tema verteva sul sollecitare il parlamento e il governo ad approvare una legge su quello che è chiamato ius solis, cioè il diritto per chi è nato in Italia ad acquisire la cittadinanza indipendentemente dalla provenienza dei genitori.
Ovviamente Castello A Sinistra ha votato a favore di questa sollecitazione. Per noi la legge sullo ius solis è il primo passo che si deve fare per garantire a tutti gli stessi diritti. È insomma il minimo, per noi che amiamo l’internazionalismo e non sopportiamo l’imposizione di frontiere tra le persone. Frontiere che invece spariscono quando si tratta di merci o peggio ancora di armi. Insomma un’ipocrisia che ripudiamo.
Parlare di questi temi in Consiglio Comunale è molto importante, ed è per questo che il nostro consigliere Simoncini ha chiesto, prima dell’inizio della seduta, di anticipare la discussione dell’OdG, che normalmente sarebbe stata all’ultimo punto. Richiesta dovuta anche al fatto che nelle ultime sedute, per temi simili, i consiglieri di destra hanno lasciato l’aula anzitempo.
Ieri la lista civica “Insieme per Cambiare” rappresentata in consiglio dal Dr. Carlo Andrea Zini, ha dato dimostrazione (forse per l’ennesima volta) di quanto la parola “civica” di cui si fregia, sia usata a sproposito.
Il consigliere Zini si è alzato dal suo posto ed è stato assente per quasi tutto il tempo in cui l’assessore Giannì spiegava l’OdG di cui sopra, salvo poi rientrare poco prima del momento della votazione. Una volta rientrato non ha mai staccato gli occhi dal cellulare, nemmeno per votare, ovviamente in maniera contraria.
Il suo collega Tricarico ha avuto almeno il coraggio di prendere una posizione chiara (e razzista) con un breve intervento (tra l’altro riguardante un punto sul quale non si era informato). Nonostante questo, anche Tricarico ha mostrato disinteresse e si è messo a leggere il giornale mentre la discussione continuava.
Chiaramente non ci saremmo mai aspettati un voto positivo da parte del consigliere Zini, del resto da un ex iscritto ad Alleanza Nazionale (il più grande partito post-missino, che a sua volta è stato il più grande partito post-fascista) c’era da aspettarselo. Quello che abbiamo trovato davvero raccapricciante è stata la totale mancanza di senso civico, di cui lui e gli altri membri della sua lista fanno vanto, soprattutto vista l’importanza del tema trattato: migliaia di persone, e non bruchi mela.

Come espresso in consiglio dal nostro consigliere, non è questo il comportamento che vorremmo fosse parte della “cultura italiana”. Anzi, tutte le volte che abbiamo a che fare con persone così ipocrite vorremmo davvero non essere considerati Italiani. Non vogliamo certo lasciar loro, però, la prerogativa dell’italianità. Come infatti contemplato per lo ius solis, si può diventare italiani anche e soprattutto attraverso il percorso scolastico e dunque culturale. Se la cultura da rifiutare è quella dell’ipocrisia, dell’omertà e della mafia (che purtroppo ci caratterizza ancora tanto), la cittadinanza dovrebbe essere basata sulla conoscenza e sull’adesione alla Costituzione della Repubblica. Una discriminante di questo tipo taglierebbe fuori una parte dei cittadini “italiani per sangue”, quelli dell’esclusione e della violenza. Quelli che, lo sappiamo, vogliono una divisione netta tra le persone per avere una categoria precisa da poter sfruttare sul lavoro, a favore di una minoranza benestante.
La cittadinanza per cultura della Costituzione, quindi per antifascismo. Abbiamo appunto dedicato il nostro voto a favore dello ius solis a una persona in particolare, il partigiano nero Giorgio Marincola. Nato in Somalia nel 1921 da madre somala e padre italiano (colono fascista), venne sbattuto nella penisola sotto dittatura e sottoposto, per anni, al giudizio di mulatto o “mezzo uomo”. Nel 1943 aderisce alla Resistenza e combatte nel nord Italia. Catturato dai fascisti, viene fatto parlare a forza alla radio e alla richiesta del perché, benché nero e africano, stesse combattendo con i partigiani italiani, trovò il coraggio di rispondere, nonostante le percosse:
“Sento la patria come una cultura e un sentimento di libertà, non come un colore qualsiasi sulla carta geografica… La patria non è identificabile con dittature simili a quella fascista. Patria significa libertà e giustizia per i Popoli del Mondo. Per questo combatto gli oppressori.”
Deportato nel lager di Bolzano, dopo il 25 Aprile 1945 fu liberato ma scelse di continuare a combattere contro gli ultimi nazisti che scappavano verso l’Austria. E lassù, a Italia liberata, morì in uno scontro il 4 maggio.
Dedichiamo il nostro voto a lui perché forse rappresenta la rivincita ideale per le migliaia di migranti che combattono una lotta ben peggiore, ogni giorno: la lotta per la vita.
Castello A Sinistra

mercoledì 11 gennaio 2017

Comunicato stampa sulla questione sicurezza a Castelfiorentino

Comunicato stampa sulla questione sicurezza a Castelfiorentino
11/01/2017

Sul fatto avvenuto a Castelfiorentino Martedì 10 gennaio, quando un uomo in seguito ad una lite ha sparato ad altre due persone, ferendole, è senza dubbio grave, e altrettanto complesso. In questi giorni sono passati, sulla stampa locale, molti interventi da parte di esponenti riconducibili a liste più o meno di destra, i quali lamentano una scarsa politica sulla sicurezza, invocando azione più decise e drastiche, politiche che a nostro avviso sono assolutamente NON condivisibili. Infatti, quanto accaduto ci mostra una cosa: che la strada intrapresa verso la maggiore sicurezza è la strada sbagliata, perché non sta garantendo la sicurezza stessa. Questa strada sbagliata è quella che critichiamo da anni. Un esempio? Maggio 2008, nel Consiglio Comunale di Castelfiorentino si vota per installare le prime telecamere; Rifondazione Comunista non votò a favore, ma di telecamere ne sono state installate molte in questi quasi dieci anni. Quanto è migliorata la situazione?
I risultati sono palesi. La rincorsa a destra che hanno fatto tutte le recenti amministrazioni, quindi il PD, è la strada sbagliata. Una rincorsa verso una politica che è “securitaria” solo di nome e non di fatto. La vera sicurezza è prevenire l’innescarsi di certe situazioni. 
Le telecamere non risolvono tutti i problemi, e su questo sono sempre stati d’accordo i corpi di polizia. Anche gli amministratori del PD lo sanno e infatti parlano di “percezione” della sicurezza. Con le telecamere si risolvono (e nemmeno sempre) piccoli furti, ma non si prevengono i reati maggiori. La nostra non è una critica alla telecamera posta in un parcheggio incustodito, tanto per intenderci, la nostra è una valutazione critica riguardo a certi investimenti: conviene spendere dai 10'000 euro in su a telecamera per ritrovare una bicicletta? Per prevenire un furto? Forse è anche utile, ma non è LA PRIMA COSA DA FARE, specialmente quando ci sono pochi soldi a disposizione. 
Dobbiamo lavorare sulla prevenzione del crimine. Prima ancora di spaventare un ladro con una telecamera, dobbiamo evitare che il ladro abbia bisogno di rubare. Dobbiamo creare percorsi formativi dall’infanzia all’adolescenza, potenziando i servizi e assumendo nuovi educatori, di strada e non. Dobbiamo mettere in campo ogni azione possibile per combattere lo spaccio di sostanze stupefacenti, a partire dalle scuole e dai luoghi di ritrovo. 
E dobbiamo soprattutto spezzare i doppi fili che legano spaccio, strozzinaggio, lavoro sottopagato, gioco d’azzardo e ludopatia. Perché, non dimentichiamocelo, a Castelfiorentino ci sono stati di recente tre grossi furti nei bar, tutti per prendere le vincite delle slot machine. Gli intrecci con la malavita di chi cade in certi baratri sono chiari alle forze dell’ordine e ai servizi socio sanitari, si tratta di contrastarli in tutte le maniere. Per togliere ai criminali la terra sotto i piedi, eliminando i problemi sui quali lucrano.
Si tratta di lavori a lungo termine ma che bisogna iniziare a mettere in atto e a potenziare quello che già esiste, ben prima di investire sulle telecamere. La prospettiva securitaria, di destra, è stata applicata per anni e non sta portando benefici. Soprattutto ai cittadini che più risentono delle situazioni di degrado, di devianza e di sfruttamento: le classi sociali più povere, con più bassi livelli di istruzione, e tra queste proprio i migranti che vengono accusati di tutto e di più. 
In proposito, ci preme scrivere una cosa in maniera ben chiara: proporre, in maniera palese o subdola, l’equazione “immigrato = delinquente” è CRIMINALE. Perché annebbia la situazione e accende gli animi; perché non vuole risolvere davvero il problema, perché è un atto di sciacallaggio che sfrutta un evento spiacevole, usandolo come arma mediatica contro la maggior parte dei migranti onesti e per bene.
Nel caso che ci ha portato a questo intervento, uno dei problemi principali è come sia possibile che una persona, a metà di una lite, possa dal nulla andare in un luogo vicino a prendere una pistola per scaricarla addosso ad altre persone. Dobbiamo indagare e togliere la terra sotto i piedi al contesto sociale che porta a queste situazioni. Puntare il dito verso altri (FALSI) problemi significa nella pratica aiutare i criminali.

Castello A Sinistra