Durante l'ultimo Consiglio Comunale
abbiamo chiesto al Sindaco e alla Giunta maggiori informazioni sullo stato
dell'azienda Pucci, azienda la cui proprietà durante il mese di maggio scorso aveva
paventato il licenziamento di circa la metà dei dipendenti e la
delocalizzazione di parte della produzione. La soluzione trovata è stata la
seguente: licenziamento rimandato di un anno e sostituito temporaneamente da
una un contratto di solidarietà per 20 lavoratrici e lavoratori.
Nella nostra interrogazione abbiamo fatto
varie domande, tra le quali essere messi a conoscenza dello stato
economico-finanziario e produttivo dell’azienda.
Il sindaco ha dato risposte vaghe mentre
non ci ha risposto in merito a quale sia la reale situazione
economico-finanziaria della proprietà, sulle richieste del mercato e su tutto
quanto si possa fare per il futuro del lavoratori. Questo è già oltre il
limite, perché il sindaco ha il dovere di seguire lo stato dell'occupazione del
proprio Comune (basti ricordare le tante promesse fatte dall’allora candidato
sindaco in campagna elettorale di aiutare i lavoratori delle aziende locali in
crisi).
A nostra precisa domanda, il Sindaco
ha poi aggiunto di non ritenere necessaria l'istituzione di un tavolo comune
tra istituzioni (comune, provincia, unione dei comuni, regione), proprietà e
lavoratori, ovvero (sono parole di Falorni) il Sindaco, “non ha intenzione di metterlo in piedi perché spesso e volentieri i
tavoli rischiano di essere occasione di visibilità per
qualche politico o qualche amministratore”.
Ci viene da rispondere che Falorni e
il suo partito PD sanno bene di cosa si stia parlando visto come è stata
gestita (in maniera fallimentare) la
questione ShelBox...
Dopo queste risposte, non ci riteniamo
assolutamente soddisfatti perché il Sindaco non ha chiarito come intenda
procedere. Cosa vuol fare il sindaco se, come ha detto, non starà a guardare? Non siamo soddisfatti perché in questa
situazione si stanno mettendo sullo stesso piano lavoratori (coloro che pagano
la crisi) e proprietari (che delocalizzano la produzione).
Se l’Amministrazione Comunale non darà
garanzie su come intenda muoversi, porteremo la questione all’Unione dei
Comuni, dove auspichiamo che la faccenda venga presa con maggiore serietà.
Castello a Sinistra
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